La biodiversità è negli occhi di chi guarda
La biodiversità è negli occhi di chi guarda
Siamo già arrivati all’incontro numero sette del percorso OUTDOOR EDUCATION & EXPERIENCE – “Ecologisti in azione”. È il penultimo incontro, già la prossima settimana apriremo il nostro piccolo gruppo a genitori, fratelli, sorelle, familiari e amici che vorranno venire a scoprire con noi questo parco, quello che di lui abbiamo imparato… e quello che ci ha insegnato!
Oggi abbiamo dedicato il pomeriggio alla scoperta delle piante del parco. Gli educatori di Leo Scienza ci hanno consegnato un elenco di alberi e cespugli, con foto di foglie, fiori e corteccia. Guardando le immagini qualcuno di noi si è subito accorto di chiamare “pino” l’abete o di confondere fra loro platano e ippocastano. Abbiamo capito che per dare il giusto nome ai grandi abitanti del parco, avremmo dovuto osservare con attenzione le loro foglie (sopra e sotto), i semi o i frutti, la forma della chioma, notando le differenze tra uno e l’altro.
Abbiamo quindi cominciato la nostra “caccia al tesoro”, nella quale il tesoro era riconoscere ciascun albero. Siamo partiti per il nostro giro del lago, con i nostri fogli in mano, una matita o una penna per segnare chi vedevamo.
Il nostro primo incontro è stato con due giovani MAGNOLIE, dalle foglie grandi, di un verde deciso, tanto lisce da sembrare ricoperte di cera. Poi è stata la volta di un gruppo di CARPINI: le loro foglie sono più piccole, setose e dal bordo seghettato, davvero riconoscibili! Inoltre abbiamo notato che pendevano dai loro rami delle infiorescenze, ormai secche e di colore bruno, che ci hanno ricordato… dei passatelli!
Da qui è cominciato un gioco, divertente e utile per associare le piante che incontravamo a quelle riprodotte sulla nostra guida, così da ricordarne il nome scientifico: abbiamo dato a ciascun albero uno o più nomi di fantasia che ci sono stati suggeriti dalle sue caratteristiche e nello stesso tempo abbiamo capito a quale specie appartenesse. Ad esempio il TIGLIO, con i suoi mazzetti di fiori rivolti verso il basso, è diventato “l’albero dei candelabri”. Ma non solo, le sue foglie a forma di cuore hanno suggerito a uno di noi il nome “l’albero degli innamorati”! Il SALICE PIANGENTE è diventato più allegro con il nome “l’albero fontana“. Il PLATANO, con i suoi rami muscolosi e distanziati, che invitano ad una scalata, è diventato “l’albero per arrampicarsi“. Mentre il PIOPPO NERO ha vinto il premio del soprannome più simpatico: “spilungalbero”!
Un suo cugino che ci è piaciuto tanto è stato il PIOPPO BIANCO. Qualcuno lo ha chiamato “albero due facce” notando come la foglia sia verde da un lato e molto chiara dall’altro. Abbiamo notato i suoi “figli“ in più punti della riva del lago, giovani piccoli alberelli, dritti e mossi dal vento. Ma la caratteristica che ci ha suggestionato di più è stato lo strato di “piumini” che ricopriva alcuni pioppi bianchi, che in bolognese è chiamata “ploma”. Alcuni di noi hanno visto un “bosco d’inverno”, altri degli “alberi congelati”.
Infine altri due meravigliosi incontri. Facilissimo da riconoscere? Il PRUNUS PISSARDI, grazie alla sua foglia color rosso rubino. Un albero di 65 milioni di anni? Il GINKGO BILOBA, da noi rinominato “giurassicalbero” o “albero dei ventagli” per la forma delle sue foglie.
Al termine del giro del lago abbiamo osservato da lontano le sagome delle piante scoperte. Quelli che di solito sono “alberi“ e sagome di un semplice “verde“, sono da oggi diventati esseri viventi con uno o più nomi, da quelli di fantasia a quello comune – l’anno prossimo, anche quello scientifico in latino! 😉 È proprio vero: per voler bene alle cose bisogna conoscerle e star loro vicino, affezionarsi. La biodiversità comincia negli occhi di chi guarda!
E dopo la nostra passeggiata, una breve visita nell’orto: rapida ma super! Abbiamo infatti raccolto le nostre prime zucchine e una manciata di fagiolini. Il vero raccolto lo faremo la prossima settimana insieme ai nostri visitatori, ai quali faremo da guida!