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Guanti, palette e rastrelli: prendiamoci cura del nostro orto

Guanti, palette e rastrelli: prendiamoci cura del nostro orto



Appena entrati nel Parco dei Giardini della Ca’ Bura, lasciandoci il laghetto sulla sinistra, ci siamo avvicinati ad un piccolo cancelletto in ferro battuto delimitato da una fitta siepe: è l’entrata dell’AREA ORTIVA GIARDINI.

Il primo incontro del percorso “OUTDOOR EDUCATION & EXPERIENCE – Ecologisti in azione” si è svolto in questo piccolo angolo nascosto, fatto di sentieri e vasche piene di terra, di germogli disposti in fila come paperelle e piante che si arrampicano come gechi su pareti di canne e reti intrecciate. Per i prossimi 2 mesi, durante tutto il percorso, ci prenderemo cura dell’ORTO N°13!

Abbiamo detto orto? Più che un orto, appena arrivati, abbiamo trovato una giungla fatta di erbacce e rovi, radici e terra brulla. L’orto infatti è rimasto sfitto per mesi e adesso tocca a noi ridargli vita!



Per prima cosa, muniti di guanti, abbiamo tolto tutte le erbacce che infestavano il terreno, strappandole e ammucchiandole nella carriola. Perché? Perché le piante infestanti, se non vengono rimosse, rubano acqua e nutrimento a quelle che si vogliono coltivare. Alcune si toglievano facilmente mentre altre avevano radici profonde e quindi abbiamo dovuto usare vanga, palette e zappe per scavare e rivoltare le zolle di terra, così da lasciare scoperte le radici e poterle debellare. L’avversario più difficile da sconfiggere? La Gramigna, una pianta spontanea che riesce ad adattarsi ai vari ambienti, dal bosco al deserto: le sue radici sprofondano nel suolo aggrappandosi con vigore alla terra.

Ma il nostro orto non era abitato solamente da sterpaglie ed erbacce, abbiamo incontrato tante simpatiche creaturine della terra: lombrichi attorcigliati, larve dormienti, velocissime forbicine, lucidi scarabei e placide lumache! E cosa ne abbiamo fatto? Li abbiamo lasciati lì, ovviamente, nel loro habitat naturale! Non solo per rispettare la Natura e i suoi abitanti, ma anche perché molti di loro, con i loro escrementi, rendono fertile il suolo!



La pulizia del terreno è stata più dura del previsto: è incredibile quanto profonde possano essere le radici delle piante! Alcune erano lunghe e sottili, altre più corte e spesse, bitorzolute, antropomorfe, sembravano Mandragole di Harry Potter! Dopo aver pulito il terreno, con le zappe abbiamo spezzato le zolle più grandi e con i rastrelli abbiamo rivoltato la terra per mescolare quella più secca in superficie con quella più umida in profondità.

Finalmente la base per il nostro orto era pronta: la terra era più fresca, umida, morbida e soprattutto… lavorata! Che cambiamento da come l’abbiamo trovato!

A quel punto non ci restava che piantare! Abbiamo iniziato con 5 piante aromatiche: basilico, rosmarino, lavanda, menta e salvia. Abbiamo scavato un buco profondo circa 15 centimetri, abbiamo tolto le piante dai vasi e, prima di adagiarle sulla terra, abbiamo aperto delicatamente le radici per facilitare l’aderenza alla nuova terra. Una volta poste nel buco l’abbiamo riempito e chiuso con la terra circostante in modo che la pianta fosse perfettamente livellata.



Ed ecco che l’orto N°13 inizia a prendere vita: ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo sporcati,è stato faticoso… ma che soddisfazione! Inoltre abbiamo imparato tante cose sul terreno e i suoi abitanti, sulle piante e su come prendersene cura. Avreste mai pensato che potesse essere divertente lavorare la terra? Fare a gara a chi raccoglie più Gramigna? Scavare e scoprire i segreti nascosti sotto i nostri piedi?

E non è finita qui! La parte più faticosa è stata fatta, ora non ci resta che piantare altre piante, innaffiare, concimare… prenderci cura!

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