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Disegnando suoni in compagnia di Vasilij Kandinskij

Disegnando suoni in compagnia di Vasilij Kandinskij

Nel nostro secondo incontro del percorso “Arte e creatività” siamo diventati esperti DETECTIVE e DISEGNATORI di SUONI!
Dopo aver indagato il paesaggio che ci circonda cercando di scovare tutte le meravigliose sfumature dei suoi colori – seguendo le orme del pittore Paul Klee durante il nostro primo incontro – oggi abbiamo esplorato il PAESAGGIO SONORO nel quale siamo immersi, facendoci guidare da un artista che amava i suoni, Vasilij Kandinskij.

Osservando i suoi dipinti astratti – fatti di colori, forme, linee – abbiamo scoperto che dentro sono raffigurati anche dei suoni! Si narra che Kandinskij durante un concerto avesse chiuso gli occhi e avesse “visto” linee disordinate e i colori degli strumenti musicali: il giallo della tromba, l’azzurro del flauto, il verde del violino… e che da quella visione avesse tratto ispirazione per realizzare le sue opere.


E noi abbiamo seguito il suo esempio! Per prima cosa abbiamo allenato le nostre orecchie a diventare delle bravissime ACCHIAPPASUONI. Come? Per accendere il nostro udito abbiamo spento la nostra vista, facendo riposare gli occhi dietro una benda nera: tutta la nostra attenzione si è subito spostata ai suoni che percepivamo. Dove? Nel parco di Casa Gialla! Ci siamo seduti vicino a un cespuglio e abbiamo ascoltato, in silenzio e con le bende sugli occhi, i suoni in cui eravamo immersi. Quali? Rumori di passi, foglie calpestate, rami spezzati, foglie che cadono sul terreno, ruote delle auto sull’asfalto e anche voci, risate, grida, squittii di uccelli, abbaiare di cani.

Una volta risvegliato il nostro senso dell’udito, siamo tornati in sala per DISEGNARE I SUONI! Sul pavimento, con un grande foglio ciascuno e alcune cere di colori diversi, abbiamo provato a tradurre tanti suoni diversi in segni, lasciando danzare la nostra mano sulla carta, sempre aiutati dalle bende nere per tenere chiusi i nostri occhi e immergerci ancor di più nei suoni.

Come disegno il rumore della pioggia o delle onde del mare? Lo squillo del telefono o il rumore del treno che sfreccia sulle rotaie? Una risata o uno starnuto? Il violino, la tromba, il tamburo? Righe continue o tanti puntini, linee ondulate o dritte, ampie o piccole, segni che coprono tutto il foglio o solo un angolo, vicini vicini o dappertutto, intrecciati o separati, spessi o leggeri… ci siamo lasciati trasportare dai suoni, improvvisando come dei musicisti jazz!

E’ stato divertente, durante le pause, scoprire come il nostro foglio si era riempito di colori e segni ma soprattutto cercare di riconoscere, fra tutti quei tratti intrecciati e sovrapposti, il disegno del tuono, quello dei passi sulle foglie secche, delle note dell’arpa o del ronzio della zanzara!

Un momento molto bello è stato quando ci siamo divisi in due gruppi: i disegnatori e i coristi! A turno abbiamo cantato per i nostri amici! Suoni acuti, gravi, continui, spezzettati… tutti diversi fra loro: abbiamo visto i nostri suoni tramutarsi in segni sui fogli dei nostri compagni. E poi? Abbiamo fatto cambio!!!

Il laboratorio si è concluso sulle note della Primavera di Vivaldi, che ci ha accompagnato per la nostra ultima danza su carta! Non solo la nostra mano si muoveva, ma anche il nostro corpo, intorno e sopra al foglio! Firmata ciascuno la propria opera d’arte astratta ci siamo salutati.

Ciao anche a te Vasilij e grazie, seguendo il tuo esempio abbiamo ascoltato con orecchie “nuove” i suoni scoprendo, non solo la varietà del nostro paesaggio sonoro, ma anche come questi possono essere tradotti sulla carta, diventando sorprendenti fonti di ispirazione per le nostre opere d’arte!

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